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MADAMA BUTTERFLY - FESTIVAL PUCCINI 2000-2012

Regia Vivien Hewitt   Scene Kan Yasuda   Costumi  Regina Schrecker

E' una produzione che ha goduto di un successo senza precedenti per il Festival Puccini. Presente in più edizioni che qualsiasi spettacolo nella storia del Festival (2000, 2002, 2003, 2004, 2010, 2012) ha rappresentato l'istituzioni a Tokyo dove ha ricevuto il Premio Fuji come migliore spettacolo dell'anno culturale Italia Giappone 2001. E' stato applaudatissimo all'Opera di Baltimore nel 2002, al Wiesbaden Maifestspiel nel 2003,  al Bunka Kai Kan di Tokyo nel 2001 e 2006 e a Pisa e Ferrara nel 2013. Seguono le recensioni delle prime edizioni dello spettacolo.

 

LA STAMPA NAZIONALE E INTERNAZIONALE HA DETTO...

 

TORRE DEL LAGO 2000

Cast: Ionata, Fisichella, Chingari, Bertoli     

Una produzione di Madama Butterfly di una bellezza formale straordinaria e di grande intensità emotiva. In un contesto che richiama il teatro “No” diversi piani di lettura si offrano allo spettatore: dal più semplice (basati essenzialmente sulle suggestioni cromatiche delle luci e dei costumi) ai più complessi, attraverso le quali vengono esplorati il mondo onirico della psicoanalisi e il mondo spirituale dello zen. I momenti indimenticabili erano troppi da poter comprimere in queste poche righe.

Uno spettacolo notevole sotto tutti punti di vista.

Opèra International

 

Grande consenso

Semplice e allo stesso tempo suggestivo. .. Uno spettacolo che lascia un’impronta nell’attuale evoluzione del Festival.

L’Opera

 

Il successo di pubblico va oltre ogni atteso. Trionfo…

Corriere della Sera

 

Festoso bilancio per il Festival

Consensi entusiasti per il Giappone “ricostruito” da Kan Yasuda, scultore giapponese di fama internazionale Oriente poetico-simbolico raccontato con accuratezza da Vivien Hewitt e colorato dai bellissimi costumi di Regina Schrecker.

Il Sole 24 Ore

 

Madama Butterfly delle meraviglie

Originale…splendida, è una Madama Butterfly che fonde gli opposti alla ricerca del Cosmo. Troppo intelligente e difficile?…Il pubblico ha digerito bene…vere “standing ovations” finali!

La Nazione

 

Butterfly: magia giapponese sul lago di Puccini

Stupenda…è stata semplicemente stupenda…

Quelle magia particolare, suggestiva, che ha avvolto e incantato 3500 spettatore che alla fine non smettevano di applaudire.

La Gazzetta di Parma/Il Giornale

 

 

Il profumo di oriente di Madama Butterfly

Le scenografie di Kan Yasuda …assistono e partecipano alla vicenda di Butterfly. I costumi di Regina Schrecker sono molto eleganti e di buon gusto….La regia di Vivien Hewitt è palpabile nei gesti e nei movimenti nei personaggi, nei tocchi innovativi che non disturbano la lettura rispettosa delle indicazioni del compositore.

…un successo meritato appieno. Standing ovation per tutti…

 Il Tirreno

 

…un successo meritato appieno. Geniale la regia della irlandese Vivien Hewitt

Libertà

 

 

TOKYO, NAGASAKI E KOBE 2001

 

La regista Vivien Hewitt in Madama Butterfly ha espresso non soltanto il gusto e lo stile giapponese, ma ha saputo rappresentare il dramma d’amore, eliminando l’immagine del kimono tradizionale perché voleva descrivere il mondo in modo più universale. Il risultato è che il pubblico giapponese ha apprezzato ancora di più l’opera di Puccini, perché gli è sembrata più vera.

The Nihon Keizai Shinbun

 

Butterfly torna a casa

Un successo travolgente…18 minuti di applausi cronometrati.

Kan Yasuda è dotato del raro dono di rendere concreti i valori spirituali …

Un gioco di sapienti sfumature ed ombre immerse in un bagno di iridescenti rifrazioni, ha colto lo spirito pucciniano amplificando i momenti clou dell’azione scenica.

Vivien Hewitt …rende tangibile il cammino di una rilettura moderna , senza cervellotici eccessi, dei massimi capolavori operistici.

…ha evidenziato la poesia con discrezione ed umiltà - quella delle “piccole cose”  che palpitano nella partitura - senza dimenticare di marcare la psicologia dei singoli personaggi…

L’Opera

 

Butterfly che visse due volte

Sedici minuti di applausi hanno coronato la “prima” di Madama Butterfly nei luoghi in cui è stata immaginata da Giacomo Puccini.

Tutto perfetto, la regia di Vivien Hewitt, la direzione d’orchestra di Stefano Ranzani, l’allestimento di Kan Yasuda…

La Repubblica

 

Butterfly e Puccini incantano Nagasaki

E’ stato un trionfo fragoroso…Una “Madama” sobria e commovente, luminosa e avvolgente disegnata così dalla regista Vivien Hewitt.

Un trionfo che si è ripetuto a Kobe e un standing ovation di 18 minuti e mezzo.

La Nazione

 

Cio Cio San in trionfo

La regista Vivien Hewitt ha avuto un’intuizione fulminante: niente orpelli in scena, e quindi niente casette “che obbedisce a bacchetta”, niente lampioni rossi, niente giardino di pesco.

A riempire il palco soltanto le sculture solitarie e morbide di Kan Yasuda, i costumi liberty carichi di suggestioni di Regina Schrecker  e le luci strepitose di Motoko Ishii.  Un lavoro di levigatura, insomma quello della Hewitt…--Tutto molto bello. Tutto molto applaudito.

La Nazione

 

Una messa in scena di fascino straordinario dove la scultura di Kan Yasuda e le luci di Tomoko Ishii offrano la rilettura di un Oriente spogliato  d’ogni convenzione, affidato solo al rigore di una geometria scenica di linee essenziali.

La Stampa 

 

Trionfo e lacrime per Butterfly

Un applauso quasi silenzioso ma lungo 15 minuti , dal profondo del cuore…ha decretato ieri a Tokyo il trionfo di un’inedita, ammagliante e suggestiva Madama Butterfly… “Mai vista una Butterfly” del genere, né italiana né giapponese, ma universale è stato il commento di molti spettatori che hanno gremito il Bunka Kaikan di Tokyo.

Secolo XIX / Il Mattino

 

FESTIVAL PUCCINI 2002

Direttore Steven Mercurio

Cast: Ionata/Tasca, Bocelli/Merighi, Giossi     

 

Assolutamente da vedere era la produzione di Madama Butterfly, che ha partecipato nell’Italia Giappone 2001 a Tokyo, Nagasaki e Kobe e anche al Maifestspiel di Wiesbaden dopo il debutto a Torre del Lago 2000, e in modo particolare per le scene di Kan Yasuda.

…E’ una produzione libera di giapponeserie-kitch e che non scivola mai nello sdolcinato o nel sentimentalismo. Su un grande prato verde dalle canne simboliche e le rocce lisce che simboleggiano  la casa giapponese e la bellezza della  natura, la regia fa buon gioco dei quattro elementi, del passaggio delle stagioni dell’anno, così come le ore della giornata, sfruttando simboli astratti comprensibili non solo per gli uomini del lontano oriente.

Ben delineato era il sottile contrasto tra la sottomissione di Cio Cio San e il superficialismo di Pinkerton nella regia limpida di Vivien Hewitt che, corredata  dai bellissimi costumi della stilista  Regina Schrecker, finisce per creare uno spettacolo di un fascino privo di smagliature.

Das Opernglas

 

Molto suggestivo lo spettacolo, che è uno dei più riusciti del Festival e che ha girato il Giappone e la Germania con grande successo. Esistono, chiaramente, due versioni: una per il teatro all’ aperto e una per il teatro tradizionale. Personalmente opto per la seconda che ho avuto l’opportunità di vedere l’anno scorso in tournée a Tokyo e a Nagasaki. Però il crudo potere della sculture, con il loro simbolismo Zen, gli sfarzosi costumi della grande stilista Regina Schrecker, di origine tedesca trasferitasi a Firenze e, soprattutto, l’ispirata e delicatissima regia di Vivien A. Hewitt, irlandese di origine ma italiana di adozione, mantengono inalterato il loro incanto.

Mundo Clasico

 

Ritroviamo Vivien A. Hewitt e Kan Yasuda, che firmano rispettivamente la sobria e funzionale regia e l’astrattismo simbolico delle scene…

La regista cura molto i particolari non didascalici, immaginando il mondo e le persone che vivono contemporaneamente alla vicenda ma non presente sul libretto (figli dei pescatori, viaggiatori); significativo l’angolo del palcoscenico con il riferimento al lago dove ci troviamo, con tanto di acqua e vegetazione che lo circonda. Gli effetti multicolori, mai stucchevoli, sono messi in risalto dall’intenso disegno delle luci curato anche qui da Valerio Alfieri. Sontuosi i costumi di Regina Schrecker.

Unanimi e ripetuti i consensi.           

L’Opera             

                                                                                  

Bocelli promosso all’opera

E’ iscritto nella dimensione tragica e rituale delineata dalle sculture epicamente ideogrammatiche di Kan Yasuda, caricata di gesti assorti, antichi e scarni, dell’intensa regia di Vivien Hewitt assecondati dai costumi di Regina Schrecker, il destino di Cio Cio San in questa Butterfly già storica che compendia le ambizioni del Festival e del progetto “Scolpire l’opera”

Il pubblico l’ha premiato [Bocelli ] con un standing ovation apprezzando la sicurezza ed autonomia e autorità vocale raggiunta…ma anche per l’impressionante disinvoltura scenica.

La Repubblica
 

Con “Butterfly” Bocelli conquista la lirica

Bocelli ha imparato a dominare le scene. Canta e si muove con una disinvolture incredibile.

La farfalla Cio Cio San era l’eccellente soprano Maria Pia Ionata.

…è stata una grande festa popolare.…caso più che mai internazionale…

Lo scultore giapponese Kan Yasuda si è immedesimato nella nuova realtà [di Torre del Lago] al punto che l’ambiente di questa sua “Butterfly” più che Nagasaki rispecchia il colori e atmosfere della natura versiliana. Come li rispecchiano la regia di Vivien Hewitt e i costumi di Regina Schrecker.

Avvenire

 

Gran debutto pucciniano per Bocelli

Madama Butterfly…salutata da un bagno di folla. Davvero esaurito il Teatro dei Quattromila. Che non ha tradito le attese alla vigilia con un successo che sembrava scontato. Già alla fine del duetto sono piovuti, fitti, gli applausi che hanno promosso a pieni voti la prova del tenore toscano, emozionantissimo dentro, ma sicuro di sé dentro, insieme con la brava protagonista, Maria Pia Ionata.

…la partita si chiude con un tripudio d’applausi. Nel nostro caso un quarto d’ora, sonoramente scanditi.

La regia era quella già apprezzata di Vivien Hewitt in un contesto scenografico improntato alla linearità geometrica della sculture di Kan Yasuda.

Il Giornale

 

Con “Butterfly” Bocelli conquista la lirica

Bocelli ha imparato a dominare le scene. Canta e si muove con una disinvolture incredibile.

La farfalla Cio Cio San era l’eccellente soprano Maria Pia Ionata.

…è stata una grande festa popolare.…caso più che mai internazionale…

Lo scultore giapponese Kan Yasuda si è immedesimato nella nuova realtà [di Torre del Lago] al punto che l’ambiente di questa sua “Butterfly” più che Nagasaki rispecchia il colori e atmosfere della natura versiliana. Come li rispecchiano la regia di Vivien Hewitt e i costumi di Regina Schrecker.

Avvenire

 

Gran debutto pucciniano per Bocelli

Madama Butterfly…salutata da un bagno di folla. Davvero esaurito il Teatro dei Quattromila. Che non ha tradito le attese alla vigilia con un successo che sembrava scontato. Già alla fine del duetto sono piovuti, fitti, gli applausi che hanno promosso a pieni voti la prova del tenore toscano, emozionantissimo dentro, ma sicuro di sé dentro, insieme con la brava protagonista, Maria Pia Ionata.

…la partita si chiude con un tripudio d’applausi. Nel nostro caso un quarto d’ora, sonoramente scanditi.

La regia era quella già apprezzata di Vivien Hewitt in un contesto scenografico improntato alla linearità geometrica della sculture di Kan Yasuda.

Il Giornale

 

Con la voce, col cuore Bocelli-Pinkerton

Più che una serata all’opera, “Madama Butterfly” è stata una festa popolare proprio secondo i crismi del melodramma italiano, con applausi scroscianti fin dalle ultime note del duetto d’amore. E Andrea Bocelli ha rivelato inedite doti d'attore ma anche da cantante lirico.

L’allestimento curato dallo scultore giapponese Kan Yasuda è uno spettacolo che a due anni dal debutto mantiene un fascino estremamente orientale che in tournée ha conquistato il Sol Levante. Bocelli è arrivato in scena su un riksha, sicuro e baldanzoso. Meraviglia per un non vedente, alla fine del duetto ha sollevato Cio Cio San e, correndo sulla salita del prato, l’ha appoggiato all’Ishinki per il bacio finale. Maria Pia Ionata si è confermata grande artista. Meravigliosa e applauditissima la sua interpretazione di “Un bel dì vedremo”.

Molti tra il pubblico hanno pianto. E grandi applausi per le scene di Yasuda, la regia di Vivien Hewitt, le luci di Valerio Alfieri. Il Lago di Massaciuccoli quasi una baia di Nagasaki in miniatura, ha esaltato l’esotismo delle statue dai nomi impenetrabili come Shosei, Tensei e Tenmoku attraverso la quale vola via lo strascico di sangue alla morte di Cio Cio San.

La Nazione

 

Scultori moderni alle prese di Puccini

Yasuda con una scenografia sobria e lineare ha dato alla vicenda di Cio Cio San una tragicità scarna, liberandola dalle sovrapposizioni oleografiche e sentimentali, con un laghetto e canneto ha prolungato sul grande palcoscenico del teatro all’aperto il paesaggio naturale di Torre del Lago e con due grandi massi levigati e due grandi archi ha creato una sorte di giardino zen che invita alla concentrazione e all’introspezione. Su questa strada l’ha seguito la regia di Vivien Hewitt che, pur mantenendosi piuttosto tradizionale, eliminava le giapponeserie di maniera a favore di una maggiore essenzialità. Anche l’esito musicale è stato felice. 

L’italo-giapponese Mina Tasca ha incarnato con commuovente verità la protagonista. Bene Giorgio Merighi, Marzio Giossi e gli altri.

Primafila

 

WIESBADEN MAIFESTSPIEL 2002

Direttore Massimo De Bernart

Cast: Izzo, Merighi, Zancanaro     

 

Superba impressione generale…Innumerevoli momenti di piacevole fusione musicale e emozionale.

Frankfurter Allgemeine Zeitung

 

L’interesse del pubblico si è incentrato su una Madama Butterfly vibrantemente impetuosa da Torre del Lago.

Opernwelt

 

La collina al di là del tempo

Wiesbaden: il Festival Puccini di Torre del lago in tournée con una Madama Butterfly di grande poesia.

…un essenzialità quasi mistica. Tutto viene giocato sulle luci e su pochissimi elementi scenici. La scena, all’inizio una scatola nera, si accende via via di mille sfumature.

Impossibile tradurre l’atmosfera di quest’azione a tutta prima asettica, surreale, poi di  travolgente poesia, infine di drammatica lacerazione.

Questa nuova cifra estetica non supportava costumi tradizionali…La stilista Regina Schrecker li ha ridisegnati, proponendo per tutti i personaggi giapponesi un bizzarro stile surreale vaporosissimo, esotico ma al di fuori della realtà. Straordinario l’effetto del gruppo famigliare di Butterfly che sale la collina: una nube di veli bianchi.

In un ambiente senza appigli la regia è tutta da inventare e Vivien Hewitt ha trovato molte piccole soluzioni nuove e sorprendenti come il risveglio della collina dopo la lunga veglia di di Butterfly: sul cinguettio degli uccelli alcuni marinai arrivati con l’Abramo Lincoln incontrano giovane geishe “procurate” da Goro: la storia di Cio Cio San rischia di ripetersi. E ancora, nel finale, straziante, quel gesto perentorio di Suzuki che nega il bambino a Pinkerton. Piccole cose elaborate con mano molto leggero ma effetto di grande intensità.

L’Opera

 

Insieme allo scrosciare di applausi,  c’era un gran movimento di fazzoletti. 

Il Sole 24 Ore

 

Butterfly conquista Wiesbaden

E’ stata un trionfo per lei [Carla Maria Izzo nel ruolo di Cio Cio San], per un intramontabile Giorgio Merighi nei panni di Pinkerton, per la bravissima Suzuki interpretata da Fulvia Bertoli, per la regia di Vivien Hewitt, per gli splendidi costumi di Regina Schrecker, per tutto il cast, per l’orchestra diretta da Massimo De Bernardt e per il coro diretto da Stefano Visconti.

Trionfo in terra tedesca…15 minuti di applausi dopo le due rappresentazioni…

La Nazione

 

Successo in Germania per Puccini

Trionfo per un lavoro d’insieme che ha portato questa produzione del Festival Puccini in Germania con coro, orchestra, artisti e tecnici …Al termine della rappresentazione il pubblico in piedi ha tributato un ovazione a tutti…

Il Tirreno

 

 

BALRIMORE OPERA 2003

Direttore Andrea Licata

Cast: Ziang/Cifrone, Heller/Duval, Kneebone, Liang

…sorprese eccellenti nella Madama Butterfly dell’Opera di Baltimora

Questa produzione fantasiosa dal Festival Puccini ha impegnato uno scultore giapponese Kan Yasuda nel disegnare le scene e alle quali ha conferito un minimalismo monumentale.

Nel primo atto ci sono tre sassi, collocati artisticamente, di cui  due con superfici piane che suggeriscono un immenso paio di ali di farfalla.

Nel  momento struggente in cui Butterfly ricorda che gli americani trafiggono e infilzano le farfalle, Cio Cio San si trova davanti ai sassi, con le sue braccia stese.

L’effetto e’ straordinario e senza precedenti nella storia delle produzione di Butterfly.

…la messa in scena ha una maggiore affinità con la tragedia greca rispetto a ciò che si potesse mai immaginare in quest’opera. La regia  minimalista  intensificava l’effettto, focalizzando la nostra attenzione sugli aspetti eterni del dramma piuttosto che sui dettagli periferici.

Cio-Cio-San emerge nell’atto secondo come una vera eroina tragica non solo perche’ si suicida ma anche perche’ dimostra una fibra morale paragonabile a quella di una Medea o di un’Antigone. Essa e’ forte nel suo trattamento di  Yamadori e Goro  e brillantemente umoristica nella sua imitazione del giudice americano del tribunale di divorzio. Pinkerton, lontano da essere un mostro senza cuore, e’ un uomo travolto da una situazione interculturale in cui non si rende conto di ciò che sta facendo.

Il Direttore Andrea Licata e la regista Vivien Hewitt hanno saputo infondere nella produzione una grande sensibilità.

The Washington Post

 

Butterfly vola in alto…Il taglio contemporaneo da fascino allo spettacolo alla Lyric Opera
.. tutti dovrebbero trovare stimolante la produzione elegantemente levigata della  Baltimore Opera's.

Importata dal Puccini Festival in Italia, sostituisce alla tipica ambientazione da cartolina postale un look decisamente contemporaneo  attraverso il quale l’amatissima tragedia pucciniana sui falli dei sentimenti umani  e nazionalistici acquisisce una rinnovata forza e chiarezza 

Con scarne sculture simboliche al posto della scenografia, l’occhio focalizza decisamente sui personaggi e le loro emozioni altalenanti fino all’ultimo brutale scontro di valori. La collocazione di gran parte dell’azione sul proscenio del Lyric Opera House, più vicino del solito al pubblico, esalta il senso di immediatezza.  

Il “look” imponente della produzione, la guida incisiva della regista Vivien Hewitt e il modo in cui il cast vive una connezione intensa con le parole e la musica crea un effetto indelebile . Andrea Licata dirige uno slancio passionale  che lascia spazio ad una profonda sensibilità .

La regia della Hewitt offere la giusta misura di teatralità e di stilizzazione gestuale ad un’azione altrimente naturalistica.  Piccoli dettagli lasciarono impressioni memorabilia - Goro che paga la commissiona alla madre di Butterfly dopo la cerimonia nuziale e che rimane silouettato contro un cielo scuro, fumando una sigaretta in un portasigarette lungo che, in modo sottile,  comunica la forza nociva che alimenta il conflitto interno dell’opera; Suzuki che trascina via il kimono rosso con un passo carico di fatalità all’inizio del duetto d’amore;  il figlio di Butterfly che gioca trasognato in un mare di petali di ciliego.  

La regista ha inventato una sequenza mimata durante l’introduzione al terzo atto che sorprende per la sua efficacia che include un momento in  cui Butterfly già pensa al suicidio e Goro raccatta nuovo clienti tra i marinai in libera uscita.

La massiccia porta scultorea a tre collonne creata dallo scenografo Kan Yasuda  piazzata in cima ad una ripida discesa offe un fondale memorabile per il secondo e terzo atto, come un sasso astratto che s’adagia quasi minaccioso per un lato dello scivolo funziona egualmente nel primo. 

Schrecker da un eccellente contributo al tono singolare di quest’avventura…una festa visiva per l’occhio. 

Compulsiva la illuminazione che lega insieme tutti gli elementi della produzione, fornendo dettagli suggestivi e rispecchiando emozioni con uguale sfumatura.

The Baltimore Sun

 

FESTIVAL PUCCINI TORRE DEL LAGO 2003-4

 

Impeccabile Madama Butterfly

L’impostazione registica si metteva in evidenza per il suo gusto estetico – realizzato anche dalle scene stilizzate di Kan Yasuda e dai costumi eleganti quanto sobri firmati Regina Schrecker – e per l’acuta analasi psicologica dei personaggi.

Di fatto la complessa personalità di Butterfly, la cialtroneria a volte perfino disarmante di Pinkerton, la distaccata partecipazione di del console Sharpless, tutto il contorno di parenti, pretendenti, amici, e lenoni, nell’edizione di cui parliamo, 

E la regia ha modellato ogni gesto, ogni azione, facendo ricorso a precisi riferimenti etnici ma evitando orpelli inutili, evitando tentazioni folcloriche, allusioni  e prevaricazioni statunitensi sull’Oriente o, peggio, all’impiego di bombe atomiche. Non ha fatto, quindi, ricorso al facile motivo del preteso imperialismo americano né alla città di Nagasaki, dove si svolge l’azione, elementi che sono – e sono stati – richiami irresistibili per registi dal gusto e dalla fantasia assai dubbi.

Entusiastici applausi finali.

Gazzetta del Sud

 

L'eccelente produzione di  Butterfly di Vivien Hewitt’s butterfly, che è stato visto in Giapone, a  Baltimore e a Wiesbaden, è stata meritatamente messa in scena per la terza volta questo luglio.

Opera Now

 

La tragedia di Butterfly si compie secondo il più classico dei rituali valorizzato dalla regia essenziale dell’irlandese Vivien Hewitt.

Il nostro tempo

Ammicante e esotica regia di Vivien Hewitt. L’intesa generale convince e qualche numero d’assieme strappa il sincero entusiasmo del pubblico.

Il Mattino

 

Ali di marmo per l’eroina pucciniana

La regia di Vivien Hewitt rivela, di volta in volta, la presenza delle quattro stagioni, e di altrettanti elementi naturali come l’acqua, la terra, l’aria e il fuoco e persino le ore del giorno e della notte, in un’animazione composta e variegata di personaggi e colori emblematici e soprattutto di vita umana locale. L’elemento simbolico – astratto, palese nella scenografia, si riflette negli interpreti, assai curati nel gesto scenico e nell’espressività. Nell’evidente scontro tra le culture dei due mondi occidentali e orientali, commuove il vero colpo di scena quando la protagonista , durante il duetto con Pinkerton si dispone tra le due grande pietre centrali (che diventano ali) creando la figura della farfalla che verosimilmente dà il nome all’eroina pucciniana.

Il pubblico respira l’atmosfera pucciniana del luogo e applaude contento tutti gli esecutori e realizzatori dello spettacolo. 

Quotidiano UDC

 

Negli USA nonché in Giappone e in Germania è già stata Madama Butterfly allestita da Vivien Hewitt, con scene di Kan Yasuda e costumi sontuosi di Regina Schrecker.

E’ un’interpretazione eroica, quasi da “tragédiè lirique” piuttosto che episodio della “défaite des femmes” germano a quegli anni.

In questa visione dell’eroismo femminile Pinkerton viene moralmente ed emotivamente schiacciato.

Italia Oggi

 

 

Butterfly, tragedia di una donna vera

La statura drammatica di Cio Cio San è stata la vera riscoperta dell’opera pucciniana che è andata in scena al Festival Pucciniana.

Hewitt, attenta agli usi e costumi, crea una regia che li rispetti, ricuperando,

fedele alle indicazioni del libretto, persino il karakiri col taglio alla gola, come era tradizione per le donne. Quest’è un Giappone che, lungi dall’essere immobile cornice, diventa protagonista della tragedia di Cio Cio San.

Le luci seguono le situazioni fino all’esplosione del rosso che avvolge all’ultimo atto il corpo esangue di Butterfly.

Il Tirreno

 

Applausi a scena aperta. Stasera a Torre del Lago, il Teatro dei Quattromila ospiterà la prima di Madama Butterfly. La farfalla di Giacomo Puccini volerà alta in gioco sapiente di luci, di colori, di suggestioni, di immagini di incomparabile bellezza.

Versilia Estate-Il Corriere

 

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